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Un venerdì di sei anni fa: «La nostra acqua andava a fuoco!». Marge Simpson, stagione 26, episodio 5. Un venerdì di sei anni dopo questa frase mi torna in mente assieme al titolo di un libro, quello di una celebre attivista degli anni ‘10: che fine ha fatto Greta Thunberg?
Parlare di ambiente nel biennio ‘18/’19 era il massimo, l’unica cosa da fare: bisognava boicottare i governi, i combustibili fossili e manifestare: i Fridays for future, le proteste di massa in cui gli adolescenti trovavano una scusa per bruciare scuola, sigarette e gettare mozziconi per terra salvando il pianeta. Il mondo doveva smetterla d’inquinare perché ‘il livello degli oceani si sta alzando’, ‘Venezia sarà sommersa nel 2080’ e ‘gli orsi polari si stanno estinguendo; perché nessuno pensa agli orsi polari?’.
Tutti volevano emulare quella ragazzina svedese con le trecce che faceva tremare i ‘palazzi del potere’ e che oggi, invece, è troppo divisiva e viene arrestata. Eravamo convinti che quella climatica sarebbe stata la sfida della generazione Z. E poi? Poi il Covid e tutto sembra diverso ora. Oggi capita di guardarsi intorno e vedere chi esibiva “There’s no planet B” fare le haul di Shein. Ci siamo dimenticati tutto e forse siamo solo vittime di un meccanismo che ciclicamente porta alla ribalta una nuova causa da difendere, una lotta da onorare e che necessita la nostra indignazione. Ciclicamente queste battaglie finiscono e di quel furore non ci resta che un lontano alone di sporcizia.
Cosa resta delle parate green? Un bagno di ipocrisia.
Dove sono tutti ora? Ora che vengono confermate le circa 4000 vittime di PFAS? Ora che l’acqua in Sicilia è un bene di lusso? Ora che quella stessa acqua flagella con pesanti e incontrollabili alluvioni il Nord? E non è una questione di farci l’abitudine, non bisogna farci il callo: il dolore non è una benedizione, gli eventi climatici estremi non ci renderanno più forti. Chiamare ‘piogge torrenziali’ precipitazioni in grado di trasformare Dubai in Atlantide non fa altro che deformare la realtà rincuorando chi ben pensa.
“Rekles Magazine” volume 2 ha per tema l’acqua perché l’acqua è un tema e non un trend.